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Esdebitazione di oltre 650.000 € per un’azienda familiare

Una piccola eccellenza bresciana naviga nel mare calmo di un mercato globale e stabile

La luce in fondo al tunnel di una lunga crisi imprenditoriale durata oltre 20 anni.

Ad accenderla il Tribunale di Brescia, che ha concesso esdebitazione ad una azienda familiare e ai suoi soci per complessivi euro 668mila.

Ma come è cominciato tutto ?

Siamo nel distretto industriale di Paitone. Fiore all’occhiello dello stivale nel settore del marmo. E sede di una storica realtà imprenditoriale familiare, la PAAB STONE.

Fondata dal Aldino nel 1972 e condotta brillantemente con primari clienti esteri, vanta nel suo parco lavori la storica Torre Samsung a Seul (Korea) ed arriva ad annoverare 15 dipendenti e fatturare il corrispettivo di oltre 3 milioni di euro.

L’attività vede coinvolte anche Luciana, la moglie di Aldino, e la figlia Alessandra.

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La burrasca e la lunga lotta per restare a galla

Dopo il crollo delle Torri Gemelle nel 2001 tuttavia, la società subisce una battuta d’arresto: gli ordini cominciano a calare, e poco tempo dopo un’altra minaccia incombe: la concorrenza a basso costo degli operatori esteri dequalificati.

Il fatturato in pochi anni crolla, costringendo la società alla chiusura definitiva nel 2011.

Rimangono gli ingenti debiti, accumulati non per cattiva condotta ma per oggettive difficoltà imprenditoriali.

Comincia la lunga lotta per pagare le somme spettanti a banche e fisco, con sacrifici e rinunce che rendono la vita quotidiana un vero e proprio calvario.

La famiglia di Aldino non ce la fa, e gli istituti di credito non tardano ad avviare i pignoramenti.

A finire all’asta sono prima gli uffici della società, e poi la prima casa dove i vivono i due genitori, la figlia, e la nipote minorenne.

Ad aggravare la situazione psicologica del nucleo familiare arrivano pure le precarie condizioni di salute di Aldino e la moglie, entrambi debilitati e in età ormai avanzata.

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Il salvagente della Legge 3

La famiglia di Aldino tuttavia non perde la speranza e – quale ultimo tentativo – nel 2017 decide di ricorrere al Tribunale di Brescia per avvalersi di una procedura di sovraindebitamento (in conformità alla Legge 3/2012, ribattezzata Legge Salva Suicidi – ora confluita nel Codice Unico della Crisi d’impresa).

Ad essere nominato prima OCC e poi Liquidatore è il Dott. Marco Passantino Negroni, esperto del settore.

Il piano redatto dal professionista prevede la liquidazione assistita (e non traumatica) del patrimonio immobiliare in un lasso di tempo che consenta di offrire ai creditori una soddisfazione ragionevole, e che permetta al tempo stesso alla famiglia la ricerca di un altro alloggio decoroso.

Allo scadere dei cinque anni la liquidazione è correttamente eseguita.

Il lieto fine

I creditori, pur pagati parzialmente, prendono atto dello sforzo dei loro debitori e – senza presentare alcuna osservazione – riconoscono la buona fede e la correttezza imprenditoriale che da sempre caratterizza le imprese a gestione familiare del nostro territorio.

Buona fede e correttezza riconosciute anche dal giudice delegato Dott. Stefano Franchioni, che con decreto di esdebitazione emanato in data 25 maggio 2023, sancisce la cancellazione di ben 668mila euro di debiti.

Una storia di lavoro, sacrifici, cadute, rimonte, e perseveranza.

Un’altra luce in fondo al tunnel delle crisi economiche che spesso affliggono il nostro paese.

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Se vuoi saperne di più sulle agevolazioni in materia di esdebitazione, leggi il nostro  videoarticolo https://www.studiopassantino.it/esdebitazione-codice-crisi/ sulla esdebitazione più veloce introdotta dal Nuovo Codice della Crisi.

 

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