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Sanzioni fiscali sproporzionate: la giurisprudenza è dalla parte del contribuente

Le sanzioni tributarie devono sempre confrontarsi con il principio di proporzionalità. Se da tale analisi dovessero emergere criticità, il giudice ha il dovere quanto meno di ridurre la misura edittale fino alla metà del minimo. La sensibilità della giurisprudenza verso l’applicazione del principio di proporzionalità anche nel campo delle sanzioni tributarie si sta progressivamente accrescendo. Il caso più frequente in cui si dibatte sulla congruità delle sanzioni è sicuramente l’IVA (lettere d’intento, detrazione, IVA di gruppo, società non operative, attività all’estero, etc…) ma non mancano anche altri esempi.

La Corte di giustizia europea è intervenuta in molte occasioni per chiarire come debba essere declinata in concreto la proporzionalità nel settore delle sanzioni tributarie. È stato in particolare affermato che, allo scopo, occorre guardare alla gravità della violazione, da un lato, e alle modalità di commisurazione della sanzione, dall’altro.

In caso di riscontro di sanzione manifestamente in contrasto con il principio di proporzionalità, il rimedio che il Giudice può adottare è la disapplicazione della norma o l’applicazione della riduzione fino alla metà del minimo.

Fonte: sole24ore 09/05/2022

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