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Danno risarcibile se l’ipoteca è sproporzionata rispetto al debito

È risarcibile il danno provocato dall’iscrizione di un’ipoteca giudiziale eccessiva rispetto al debito garantito. Lo ha deciso la Corte di Cassazione in un caso nel quale una banca aveva iscritto un’ipoteca su beni di valore di circa 30 milioni di euro a cautela di un credito di appena 100mila euro.

Con questa ordinanza la Corte ha quindi modificato il precedente orientamento che negava la responsabilità della banca per iscrizione eccessiva, e consolidato il cambio di rotta (già “anticipato” nel 2016).

Nel caso in questione il debitore, adducendo che la banca si era resa autrice di un fatto illecito (l’iscrizione eccessiva), aveva richiesto il risarcimento del danno il quale, a suo giudizio, consisteva nel fatto che l’iscrizione aveva impedito la concessione di un finanziamento, e aveva degradato il merito creditizio del debitore e provocato «a cascata» l’iscrizione di ipoteche da parte di altre banche.

Il risarcimento era stato quindi oggetto di un contenzioso trascinatosi fino in Cassazione, con vittoria del debitore.

Ora, alla luce di questo nuovo corso giurisprudenziale, si tratta però di capire quale sia il parametro cui il creditore debba riferirsi per non incorrere nel caso di una iscrizione sproporzionata. Da questo punto di vista torna sicuramente utile, quale “bussola” di orientamento, il principio (sancito dal diritto italiano) per il quale il debitore ha diritto alla riduzione dell’ipoteca se il suo valore eccede di un terzo il valore dei crediti a cautela dei quali l’ipoteca viene iscritta. Quindi, in teoria, seguendo questo parametro del terzo, non si dovrebbe incorrere nel rischio di sentirsi chiamati in responsabilità per iscrizione eccessiva.

Fonte: Italia Oggi 04/04/2022

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