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STOP a revoche del fido bancario: la composizione negoziata

In questo video-articolo parliamo della procedura di composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa, e di due importanti vantaggi che essa offre.

Questi due vantaggi sono la capacità di neutralizzare possibili procedure di revocatoria, e la capacità di rendere impossibile la revoca o la chiusura del fido bancario.

Come funziona la revocatoria e come è possibile evitarla ?

Quando un imprenditore sceglie di avvalersi della composizione negoziata della crisi, lo fa con l’intenzione di creare un lasso temporale “sicuro e protetto” nel quale intavolare trattative coi creditori.

Il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza prevede che tutti gli atti compiuti conformemente alle trattative non possono essere soggetti a revocatoria.

La revocatoria è un atto che serve a rendere inefficace una certa operazione, poiché si ritiene che abbia danneggiato un determinato soggetto (in genere lo stesso che radica l’azione revocatoria).

Il codice della crisi – nel disciplinare la revocatoria ordinaria (art. 165) e la revocatoria fallimentare (art.166) – stabilisce anche precise esenzioni.

La norma stabilisce che non è possibile contestare all’imprenditore le operazioni effettuate durante la composizione negoziata. E questo equivale a garantirgli trattative sicure al 100%.

Come funziona il fido bancario e quando non viene concesso ?

La composizione negoziata non contiene solo tutele contro i rischi da revocatorie, ma annovera anche ottime agevolazioni di tipo bancario.

Come tutti sanno, il fido rappresenta il principale termometro della fiducia che il sistema bancario nutre nei confronti di un’azienda, e spesso la misura del fido dipende proprio dalla redditività dell’azienda.

E’ però purtroppo altrettanto noto che – quando un’azienda è in cattive acque e dunque non mantiene più il trend di redditualità storico – le banche tendono a “chiudere i rubinetti” del credito e a ridurre gli affidamenti.

È il cosiddetto problema della contrazione del credito, che in gergo anglosassone è più comunemente noto come “credit crunch”.

Chiaramente un comportamento del genere – se attuato durante una fase di riorganizzazione aziendale e ristrutturazione debitoria – può essere estremamente dannoso per l’azienda, e vanificarne tutti gli sforzi.

Come evitare rischi di revoca fido bancario ?

Il comportamento di “chiusura” che abbiamo appena descritto, durante la composizione negoziata, non è consentito. Le banche infatti non possono revocare i fidi solo per il fatto che l’imprenditore è andato in composizione negoziata.

Tale disposizione è contenuta all’ art 16 comma 5 del codice della crisi, ed è stata introdotta allo scopo di incentivare l’imprenditore a usare la composizione negoziata, senza aver paura che le banche facciano ostruzionismo.

Qualora le banche non ottemperino a quest’obbligo, e procedano alla sospensione degli affidamenti, la norma prevede che l’imprenditore possa fare istanza al Tribunale affinchè obblighi le banche a ripristinare o a mantenere gli affidamenti.

La disposizione obbliga dunque le banche a mantenere in essere le linee di credito anche quando la società si trova in cattive acque, e non ha un rating bancario “immacolato” (se questa norma speciale non esistesse, il fenomeno del fido bancario con segnalazione CRIF sarebbe impossibile).

E’ il caso di puntualizzare che questo tipo di agevolazione bancaria rientra nel più ampio novero delle cosiddette “misure protettive”, le quali prevedono che i creditori, durante la composizione negoziata:

  • non possono risolvere contratti in corso
  • non possono rifiutarsi di adempierli
  • non possono modificarli in danno all’imprenditore.

Desideri valutare una composizione negoziata per la tua azienda?

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