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Composizione negoziata con maxi-dilazione fiscale: come funziona

Perché finora la composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa è stato un flop ?

Partiamo da questa domanda per spiegare cosa sta succedendo. A mesi di distanza dalla sua introduzione, la composizione negoziata della crisi stenta a decollare. Poche istanze depositate, pochi esperti nominati, e procedure a buon fine che si contano sulle dita di una mano.

Questo è dovuto principalmente a due ragioni. La prima è che per accedere alla composizione negoziata l’imprenditore deve caricare nella apposita piattaforma telematica una serie di documenti sia interni (bilanci, piano finanziario, elenchi dei creditori, etc…) sia esterni. Tra quelli esterni ci sono le certificazioni dei debiti fiscali e contributivi, che però sono molto lunghe da ottenere. I tempi di attesa possono tranquillamente sforare i 45 giorni. Ora, finchè i documenti non sono “a posto”, l’esperto non può essere nominato e questo chiaramente blocca tutto l’ingranaggio. L’altra ragione che tiene la composizione negoziata saldamente ancoràta al suolo è che essa non prevede (o meglio, finora non hai mai previsto) la transazione fiscale. Questo esclude già in partenza dal target dei possibili beneficiari tutte quelle aziende che hanno rilevante esposizione debitoria verso Erario (e sono tantissime).

 

Quali nuove agevolazioni fiscali sono state introdotte nella composizione negoziata ?

Con il tentativo di arginare i due suddetti problemi, sono state introdotte due nuove agevolazioni fiscali.

Le modifiche sono state attuate nell’ambito del decreto legge di attuazione del PNRR. L’intenzione originaria era più audace, in quanto prevedeva l’inserimento della transazione fiscale nella composizione negoziata. Dunque non una semplice dilazione ma anche un saldo e stralcio: in effetti la prima versione della norma conteneva proprio tale previsione. Successivamente, però, per cause finora sconosciute, la transazione fiscale è stata eliminata dalla norma. Pertanto ad oggi vi è solamente la possibilità di dilazionare il debito con l’agenzia entrate, e non di stralciarlo. Vediamo dunque le due agevolazioni attualmente inserite nella composizione negoziata.

 

Autocertificazione dei debiti tributari

Si tratta di un meccanismo di autocertificazione provvisoria dei debiti fiscali e contributivi (in attesa che gli enti pubblici – coi loro tempi – rilascino tali certificazioni).

Lo scopo è snellire la procedura di ottenimento delle certificazioni debitorie da parte dei pubblici uffici (notoriamente lunga). L’imprenditore potrà quindi produrre un’autodichiarazione in cui conferma di avere richiesto tali certificazioni, almeno 10 giorni prima del deposito dell’istanza.

 

Maxi rateizzazione agenzia entrate

Si tratta della possibilità di optare per una forte dilazione di pagamento erariale all’interno della composizione negoziata. Per potere dilazionare il pagamento in così tante rate, è tuttavia necessario che sussista un particolare stato di difficoltà dell’impresa, che deve essere attestato dall’esperto nominato. Qualora sussistano i requisiti per tale dilazione, l’Agenzia delle Entrate potrà dunque concedere una rateizzazione di 120 rate (anziché le 72 previste dalla precedente normativa).

 

Fonte: sole24ore 28/02/2023

 

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