Composizione negoziata: uno schermo totale contro gli sfratti
La misura
protettiva, concessa nel contesto della composizione negoziata della crisi,
copre anche lo sfratto dall’immobile che non rientra nel patrimonio
dell’imprenditore in crisi perché di proprietà altrui. Lo chiarisce il
tribunale di Asti il quale riconosce che la procedura di risanamento deve
bilanciare tra le ragioni dell’imprenditore in crisi (che punta al risanamento
dell’azienda) e quelle dei creditori che hanno interesse a ottenere nel più
breve tempo possibile il soddisfacimento delle proprie pretese.
Nel caso in
questione, l’esercente un ristorante aveva proposto un piano di risanamento
rispetto al quale la valutazione dell’esperto nominato era positiva, seppure
condizionata al raggiungimento di accordi con i creditori e alla stipula di un
nuovo contratto di locazione che permettesse la prosecuzione dell’attività
negli stessi locali.
Per il Tribunale
non è di ostacolo alla conferma delle misure di protezione – in particolare
rispetto a una procedura di rilascio dell’immobile preannunciato con atto di
precetto – il fatto che dell’immobile stesso non sia proprietario il debitore.
La tesi della proprietà era che il divieto di iniziare o proseguire azioni
esecutive potrebbe riguardare solo i beni rientranti nel patrimonio
dell’imprenditore in crisi. Ma per il Tribunale non è così: rientrano nel
perimetro protettivo tutti i beni funzionali all’attività, anche se non di
proprietà dell’imprenditore.
Fonte: sole24ore
09/03/2022
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