Acquisto di immobile da costruttore insolvente: tutele per il compratore
La nota crisi immobiliare che
oltre dieci anni fa ha trascinato nel baratro interi settori economici nonché il
gruppo bancario più grande del mondo ha segnato profondamente la nostra
economia e il nostro modo di pensare. Ed è soprattutto sulla scia di tali
avvenimenti che il nostro legislatore ha ritenuto opportuno potenziare alcune
tutele per chi stipula contratto preliminare di compravendita di immobile (e versa
la relativa caparra) da un’azienda che poi si rivela insolvente con conseguente
fallimento. Tali tutele ovviamente tendono a proteggere maggiormente coloro che
nell’investimento immobiliare hanno canalizzato i risparmi di una vita, dunque
prima casa o immobile strumentale all’attività imprenditoriale.
In cosa consistono questi
meccanismi di tutela?
Premesso che, in base all’art 72
della Legge Fallimentare, il Curatore ha la facoltà di sciogliersi dal
contratto preliminare di compravendita immobiliare, tale facoltà – in base al
comma 8 del medesimo articolo – viene meno qualora si tratti di immobile adibito
a prima casa o a sede principale dell’attività di impresa. Ne consegue che il
contratto andrà eseguito, e l’immobile trasferito al promissario
acquirente.
La seconda tutela consiste nella
procedura di trascrizione del contratto preliminare presso la competente
Conservatoria. In base al comma 7 del medesimo articolo – chi ha avuto l’accortezza
di effettuare tale procedura, godrà di un privilegio speciale (art 2775bis CC) sull’immobile
oggetto del contratto, incrementando notevolmente le possibilità che tale
credito venga soddisfatto.
Infine, se il promissario
acquirente intende ulteriormente tutelare il proprio credito per caparra
versata, è buona norma esigere fidejussione da parte di primaria Banca o
compagnia assicurativa, diffidando di compagnie che non presentano referenze,
reputazione sul mercato, o dati storici verificabili.
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